Bigotta
È una persona esageratamente devota, che aderisce in modo rigido ed incondizionato, ai precetti, ai modi di dire e ai principi popolari e alle sue norme sociali. Rappresenta la massima espressione della contraddizione e dell’ ipocrisia. Tali principi vengono utilizzati in automatico, come dei mantra e come uno scudo protettivo, per difendere le proprie fragilità, tramite rimuginazioni di pensieri, invocazioni ed aforismi automatici, per ribadire che cosa pensa il popolo che regna dentro di sé; ella, se decide di vivere, convive eternamente col senso di colpa.
La bigotta è un animale domestico preistorico che non si estingue, intransigente, ha un cuore di pietra, i suoi neuroni li usa per covar le uova e crescere pulcini, devota alle tavole dei tabù, scrive con lo scalpello i suoi editti, non parla mai con se, ma con i saggi della sua caverna.
Procede con i paraocchi a testa bassa, è un asino sottomesso, vede, a due centimetri da se, solo i suoi totem, tira dritto col, “non ti curar e fidar di alcuno”, è irriconoscente se l’ hai aiutata, è dura come un tufo, irremovibile come un bisonte, figlia della sua ossessione, a protezione dei propri feticci, teme di uscire dal proprio seminato, è complicato farle vedere la naturalezza, filtrata dai mostri del proprio passato.
Non si direbbe, ma è una preistorica contemporanea, una radical chic conservatrice, una global, negazionista ad oltranza, contestatrice delle scienze, è analfabeta di se che non sa come funziona, ma è irremovibile e severa come una Rottenmeier, saccente ed arrogante, non concede chance, affogata nella sua boria ammalata di princípi, teme sempre di essere fregata.
Ha una gran voglia di desideri, perché, da una vita, si nutre solo di doveri , ma se le prospetti dei fuori tema, gioisce, ti ringrazia all’ infinito per la gioia che ha provato. Ma l’abitudine di una vita, timorosa di tutto ciò che è nuovo, con la sovrana diffidenza, la riporta indietro sui suoi passi, all’ interno nel suo ovile e al suo gregge.
La bigotta è una profonda insicura, convinta delle sue incertezze, fa caso alle sue fragilità, solo quando va in crisi, poi si pente e rincomincia, presume di sapere come si vive, ma non lo fa, ma se la orienti oltre i confini, vola, ma poi si schianta e fa game over, su tutti i suoi timori.
La bigotta interpella solo chi la avvalora, non dialoga, si impone, interpella i suoi avi, di coscienza non sa di averne, di intelligenza meno che mai, si isola, si chiude e soffre, non decide mai di suo, se non con il suo numero due. Non è mai saggio, chi non rosica un cambiamento, chi non si muove perché teme di sbagliare, muore chi si ferma per il timore dell’ errore, vive chi si lascia più andare.
Cieca per i propri limiti, intollerante per gli eventuali altrui, accusa, punta il dito e chiude, ti sfiducia alla prima occasione, non conosce ragioni e a prova della sua nevrosi, non la senti e si crea il mostro che non c’è. La bigotta è un iraniano, se prendi un caffè con una donna, ti spara, non le permette di sedersi tra i banchi, se non sa è meglio, le soffoca l’ identità col burqa, la preferisce chiusa in casa a venerare la tradizione dei propri avi carcerieri.
Chi Studia, chi fa scienza, chi fa analisi, si emancipa, vede oltre lo scontato, vede l’ immenso, si gestisce in autonomia, eleva la sua torre, mattone su mattone, per sfidare i turbamenti, le tempeste, i limiti delle cose scontate, delle consuetudini, va oltre i limiti dei limiti. Ogni cambiamento sgomenta, fa sempre temere per i propri principi.
Si emancipa solo, chi guarda l’ orizzonte, oltre chi pone i confini.
L ‘ orgoglio è una vergogna, perché è ignoranza, è una ghigliottina che genera la guerra, perché , lasciare i propri passi a vantaggio di quelli nuovi, può aiutare a migliorare e a comprendere che, la felicità inappagabile, esilarante, può essere veloce e a due passi da noi.
Insomma, che dire ! È una fatica essere bigotta, si vive davvero male, è un lavoraccio, straziante ed usurante, si invecchia molto prima e ci si ammala, sfibra e ti fa a brandelli per una vita intera. Essere bigotta è una agenzia complicazioni affari semplici, è una impresa fallimentare fondata sul no-profit. Basterebbe solo e sarebbe necessario, srotolare semplicemente la propria naturalezza e spensieratezza e tutto sarebbe tutto più spianato.
Attraverso l’ aiuto di qualcuno si può rileggere il proprio manuale, sul come essere più colti con se stessi e naturali e lasciarsi un po’ più andare, sul come gioire di più la vita, da poterla portare fino a dieci, ad un livello intenso. impresa molto ardua per una fedele ad essere Bigotta DOP, ( Bdop), perché se poi riesce ad essere se stessa, temerà sempre lo scontrino col conto da pagare. Uff, che vita scontata, che peccato ! Auguri.
giorgio burdi
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