
Costruire la mappa dei propri malesseri
IL SINTOMO È GEOLOCALIZZATO
Costruire la mappa per la guarigione
Il sintomo è geolocalizzato, ha le sue coordinate spazio longitudinali, latitudinali e temporali, intercettati in primi, secondi ed ore specifiche di luogo e di tempo.
Potremmo dire con estrema certezza, che un trauma, o un disagio di un evento, si concretizza in quel luogo e in un determinato istante, in presenza di specifici punti di interesse ( POI ) .
In analisi o in psicoterapia, in effetti cerchiamo di tracciare una mappa del territorio traumatico, tentando di operare una ricognizione di tutte quelle emozioni lì coinvolte.
La geolocalizzazione del sintomo serve per intercettare non solo i ricordi rimossi ma snodare tutte le emozioni ad essi correlati.
Se riusciamo a grolocalizzare il sintomo, ci avviciniamo al luogo del malessere. Se ci stai dentro, ti ammali, se ti allontani stai meglio.
Esistono mappature geolocalizzate oggettive dei sintomi, e geolocalizzazioni oggettuali degli stessi.
Le prime sono rappresentate dall’ ambiente reale nel quale si genera e si presenta il sintomo, le seconde, sono quelle mentalizzate, implose e interiorizzate nei ricordi.
Un attacco di panico, una fobia, una sofferenza mentale somatizzata in una colite, rappresenta l’ avvicinamento ad un pin, a quella goccia rossa su google Maps del trauma.
Il sintomo si propone come un punto di arrivo una destinazione, delinea la traccia a ritroso verso il percorso del trauma.
Nel sintomo c’è tutto il significato della causa. Ricercare la mappatura, rappresenta poter realizzare il percorso di guarigione.
giorgio burdi
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