Le diverse dipendenze che lo Studio Burdi tratta da diversi anni vengono rappresentate da quelle che definiamo globalmente: dipendenze da gioco, porno-dipendenze, dipendenze da sostanze, ecc… Prendiamo in considerazione una delle più diffuse che qui di seguito esponiamo.
Introduzione
Droga: aumenta l'uso tra i ragazzi
Quasi un adolescente su due ha fatto uso di stupefacenti. Lo rivela uno studio del San Raffaele in Italia, Germania e Francia. L’età in cui ci si fa la prima canna o la prima pippata si abbassa costantemente e per il 12% è 14 anni.
Come spiega una sempre più diffusione di droga tra i giovani?
L’uso di sostanze proibite tra i giovani, specie se in gruppo, funge da strumento di contestazione del mondo adulto e di ideologia contro culturale o che occulta una patologia e genera un senso di appartenenza e di identità, che risponde bene alle esigenze psicologiche dell’età adolescenziale. Tale fase di vita, caratterizzata da una profonda ristrutturazione del sé, genera stati emotivi quali: ansia, incertezza e solitudine. Pertanto l’uso di droga, perlopiù in una società individualistica e competitiva come la nostra, agevola un distacco dalla sofferenza, provocato dal passaggio alla vita adulta e determina un senso di onnipotenza e di trionfo delle ansie che porta il giovane ad affermare: non c’è nulla di cui io abbia paura.
Il tossicodipendente va aiutato. Ma come?
Senza dubbio: psicoterapia di gruppo, mai terapia individuale, comunità e farmacoterapia se necessario. Non può farcela da solo questo è il primo aiuto che il tossicodipendente deve recepire quando vuole recuperarsi; infatti non potrà mai opporsi al desiderio della droga con la sua sola volontà, perché non si può impostare una vita sulla base del difendersi o del non volere qualcosa, non si può trovare contemporaneamente la forza di aprirsi alle emozioni e di chiudersi al desiderio della droga. E’ proprio per tale conflitto interiore che è indispensabile rivolgersi a qualcuno in grado di fornirgli aiuto.
Prevenire è meglio che curare. Esiste una educazione alla droga?
Esiste una educazione alla legalità, di cui la rete sociale ed, in modo particolare, il sistema familiare e scolastico si dovrebbero fare carico. Impartire uno stile di vita sano e stimolante, creare un rapporto aperto e onesto con il proprio figlio o alunno, superare gli imbarazzi per dialogare in modo amorevole e disinteressato. Creare il giusto equilibrio tra ricompense e punizione, abituarli a tollerare le frustrazioni, insegnargli che avere diritti significa avere delle responsabilità, permetterà loro di fortificarsi e navigare meglio nel mare in tempesta della vita giovanile. Il suo consiglio è…
Persuadere il giovane al fatto che è possibile cambiare strategia del provar piacere per la vita, che il piacere da sostanza è una illusione che peggiora la realtà. Gli adulti dovrebbero fungere da contenitore di fronte a giovani che hanno la necessità di essere sostenuti, contenuti nell’accrescimento e nell’espansione del loro sé. L’adolescente di fronte alle assenze emotive, di colui che dovrebbe fungere da contenitore, devia verso la droga, alla ricerca di presenze emotive, illusorie e che si rivelano un pericoloso autoinganno, lasciandolo impropriamente implodere come un fiume in piena che non trova argini.