Il Non Detto
I non detti del silenzio assordante
Il silenzio prima della bomba, dell’implosione.
Il tacere dopo una discussione, una litigata, un aspro dissapore, dice, con il silenzio assordante che non esisti. I tuoi bisogni, le tue lamentele e desideri repressi, non li ascolto.
Il dialogo continua nella testa, lasciando spazio ad interpretazioni, sensi di colpa, rimorsi, attitudini ambivalenti con comunicazione distorta e indiretta per non resuscitare il conflitto sopito ed evitare l’arma del silenzio.
Ti metto in silenzio. Ti tolgo la vita, la tua esistenza, la tua unicità.
No.
In verità, ti ho messo in silenzio: mi sono isolata, mi sono allontanata, sono morta.
La mia voce non si è espressa, il rapporto tra te e me non c’è più.
Scusa per non averti detto le parole che avrei voluto dirti, per non esserci stata quando ne avevi bisogno.
La mia infelicità, ne sono l’artefice. I miei rimpianti sono diventati la mia corazza.
Ho vissuto con la morte dentro, ma solo in punto di morte ho capito: vivi e ama te stessa.
Ora sono un fantasma e non sono mai stata così presente.
Quanta potenza in questo dolore! Chi lo ascolterà? Chi lo potrà accogliere? Come comunicare senza ostruzionismo?
Voglio vivere perché esisto, tra luci e ombre. Voglio amare ed essere amata per quel che sono ed essere rispettata nella mia dignità, nella mia voce.
Il silenzio è un’arma a doppio taglio: da tombale a d’oro, il silenzio vale più di mille parole.
In questo silenzio ti sto dicendo quanto rimpiango di averti perso e di non aver vissuto quei momenti con te.
In questo silenzio mi sono persa e mi sono ritrovata.
Eva Blasi
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