L’ ERRORE
Una energia invisibile
Chi non si autorizza a sbagliare, sbaglia per tutta la vita, non vive perché vive per temere la paura, l’ errore, i conflitti, i dolori, i sintomi.
La perfezione ha come deposito l’ autorimessa degli errori, è il suo più alto scalino, è l’ ultimo gradino dele sottostanti cadute, la perfezione è appesa ad un filo, è fragile, è sempre precaria, è l’ ultimo anello della catena di errori.
L’ errore è potente, ha energia, è la condizione solida che sbraita e litiga con la perfezione di un istante, ogni successivo evento parte sempre da un movimento di incertezze, di insicurezze, di cadute e di ricadute, la perfezione viene sempre anticipata da processioni di inconsistenza, effimero e di dubbi, per celebrare a fine del percorso, una faticata perfezione per poi riprendere il giro in una situazione nuova, dall’ errare della partenza alla aspirato miglioramento. La perfezione è l’ apice delle molteplici sconfitte sottostanti.
L’ errore ci salva la vita aiutandoci con forza nel prendere, sia decisioni che la direzione, che la paura paralizzante ci impedisce. Il coraggio e la capacità di sbagliare sono delle attitudini potente, se lascia la piena consapevolezza dell’ errore, ci rendono propensi verso il superamento dei conflitti, mettono in discussione determinati sistemi e ci orienta verso la soluzione.
Il miglioramento è la laccatura e la finitura e la lucidatura oppure è la dell’ imperfezione grezza, avviene attraverso sequenze di nuove conoscenze e di nuoviapprendimenti. Tutto ha inizio attraverso l’ intuito che procede, se si da seguito, attraverso la curiosità, la prova, gli errori, la riprova e la lucidatura, esiste una procedura verso la perfezione come una filiera dell’ eccellenza orientata sempre piu verso il perfezionismo.
L’ errore consolida l’ intuizione, avvia verso un prodotto agito e continua e produce, attraverso la riprova, nuove informazioni e conoscenze, che nel miglior dei casi, si fanno progetto ed invenzione.
Gli errori però sono il precursore dei giudizi, dell’ oppositività, dell’ evitamento delle relazioni e della chiusura al confronto; sono un inibitore momentaneo della riflessione, rappresentano il freno dei processi di ragionamento e del pensiero e delle emozioni, gli errori terrorizzano, vengono perseguiti come bisogno umano del no limits, ma anche temuti, ti fanno toccare un fondo che più fondo non si può, ma che oltre il quale ti pongono la salita, con nuove rinnovate informazioni per cambiare e proseguire oltre l’ errore.
L’ errore rappresenta la negazione di se e allo stesso tempo rappresenta il divenire di se, l’ errore è la messa in scena iniziale del mancato protagonismo, pone il passaggio, con escoriazioni, dall’ inesistente all’ esistente, esso rappresenta il tentativo e lo strazio per far emergere, affiorare e partorire il proprio numero uno, l’ essenza di se.
L’ errore ti immerge e ti affoga, si pone come una bolla, tra la negazione del numero uno e la sua emersione.Nulla si può migliorare, se non attraverso ciò che non è migliore. Non può esistere perfezione senza imperfezione, l’ una richiama l’ altra, sono le facce di una stessa medaglia, sono un binomio indissolubile. L’ errore è formativo più della perfezione. Una vita costernata da errori, angusta, attonita, sfiancata, senza fiato ne parole, se non ti blocca, rende tanta forza e miglioramento e saggezza.
Gli errori vengono personalmente tollerati, ma umiliano se scoperti. Ci spengono la parola e la ricerca del dialogo, avviano quel processo di introversione sociale. Essi Mettono in condizione di essere bloccati ad un fermo biologico di morte.
Quando l’ errore è rimediabile o devastante ed irreversibile, malgrado tutto trae sempre risposte, è sempre formativo.
Comunque sia, l’ uomo non è mai l’errore che compie, ne il peccato che fa, essi non rappresentano la sua essenza specifica e la sua qualifica, non può identificarsi con l’ azione o il pensiero errante che fa, egli è un miliardo ancora di pensieri e di azioni che fa, l’ errore è nel percorso, a volte è lo stesso tragitto, ma l’ uomo è tanto di più, è il centro del suo creato, l’ universo esiste solo perché c’è lui a percepirlo, come se fosse lui stesso a crearlo, è tale perché capace di trascendersi e di superarsi dal suo status profano al sacro, dall’ errore al migliore di se, dall’ uomo a Dio.
Ma sacro e profano sono indissolubilmente le uniche facce che costituiscono un essere umano, sono il suo animale e il suo individuo, è l’ homo di Neandertal nell’ homo Sapiens è l’ analogico e il digitale, il sentimento e la ragione, la notte e il giorno.
L’ errore è come la notte nel crepuscolo che segna le sfumature con lo splendore perfetto della luce del giorno. Come non può esserci un giorno senza notte, è impossibile la perfezione scissa dall’ errore.
L’ errore non è mai tale quando viene vissuto, ma lo diventa attraverso le sue conseguenze. La metafora del rimettersi in piedi dall’ amalgama di fango, rimanda alla capacità di risollevarsi e di porsi sulle ginocchia da stesi a in piedi, rivedendo nei piedi la memoria della loro funzione primaria, che siamo nati per stare sul nostro asse, siamo onto geneticamente nati per stare in piedi, la nostra positività è insita nel nostro istinto di vita, siamo al mondo per stare sulla nostra perpendicolare, eretti, con la testa irta, verso l’ equilibrio, per riprendere sempre un altro nuovo cammino, ci
Sussurriamo un invito a riprovarci, a vivere ancora, attraverso la speranza fiduciosa di un cambiamento più arguto e piu forte, siamo orientati sempre comunque a vivere e a sbagliare.
L’ errore è energia, e l’ enegia come quella del vento, del sole, dell’ amore, della corrente elettrica, del magnetismo, dei pensieri, del sole, delle emozioni, non si vede, ma c’è, l’essenziale è sempre nvisibile agli occhi, esso è il detonatore della crescita e dell’ evoluzione, è
l’ abc delle metamorfosi, è insito nel processo dell’ evoluzionismo, come un filo sottile d’ acciaio portante della crescita, è la base dell’ umanizzazione.
Chi sbaglia vive, chi non si muove, muore. L’ errore è energia, perché è l’ abc del divenire non ancora divenuto, è l’ imbastitura che precede la cucitura del processo dell’ evoluzionismo.
Un embrione che diventa feto e poi nascituro, si puo nai considerare un errore ? Non è semplicemente completo, è solo in in un orocesso di attesa e di crescita lenta, ma inesorabile, prepotente e complesso. L’errore infatti è tutto un corpo con l’ embriogenesi e del progetto di vita e della perfezione.
La stessa ansia per l’ esame, per una relazione, per la ricerca di un lavoro, rappresenta la paura di cio che deve ancora avvenire, si presenta come paura del fallimento, per le sorprese e per il non ancora avvenuto, si oresenta come elemento di disturbo, come fastidio che spinge al superamento dell’ errore, ma necessaria per partorire un arrivo a tempo determinato, ma felice.
La perfezione non è mai tale, se non si erge su una catasta di uno sfascia carrozze. L’ errore per sua natura spinge al supersmento del suo stesso limite, per tanto non è mai. Per chi osa l’ errore, non esiste l’ impossibile, sa che per rendere le situazioni avverse, possibilità, dovrà confrontarsi con l’ errore opportuno.
Errore ed opportunità sono il binomio di una stessa equazione, quando il limite non arrende o stende, cede il passo alla sfida, è possibile il successo.
giorgio burdi
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