
Se ti senti solo, va al suo centro: Tuffati nei tuoi disagi, se vuoi uscirne
Chi sta bene, non si sente solo.
Se ti senti solo, va al suo centro: Tuffati nei tuoi disagi, se vuoi uscirne
Chi sta bene, non si sente solo. È geloso del suo tempo, non gli basta mai, non lo disdegna e non disdegna nemmeno gli altri, anzi è socievole e sereno, non teme la critica, ne il giudizio, anzi, lo ricerca per migliorarsi.
La solitudine è un segreto formativo, è l’ unica rampa di lancio per l’ auto realizzazione.
Chi è solo, ci fa sentire soli. Perché ha il suo vuoto da contemplare, non sa ascoltare, ne parla, tanto meno sa perché fa così e se gli chiedi come sta, si scrolla le spalle.
Per chi vive bene la solitudine, il giudizio non è soltanto indisponente, ma è un punto di vista sconcertante per migliorare.
Il giudizio suscita la ribellione degli schemi statici che possono mobilitare lo tsunami del cambiamento.
La crescita si sfionda sugli errori, è il suo miglior nutrimento, bisogna errare, è inevitabile, è necessario, volutamente non vengono cercati, ma accadono di continuo e se capitano, sono la benzina dell’ autonomia e dello sviluppo.
Il dolore per gli errori, non andrebbe schivato, esso basa le fondamenta della stabilità emotiva, ma bisognerebbe immergersi in esso.
Una vita che accumula errori, deprime e scoraggia, a volte si rischia di identificarsi con essi, la vita diventa una stasi.
Non dovremmo mai dire speriamo che vada bene, ma, credo che andrà bene.
Sperare è passivo, è attesa, di tempi migliori che magicamente nel’ illusione, dovrebbero poter trasformare la vita.Sperare è pensare, pensare e pensare, per non fare mai.Sperare è almeno sognare, ma di sogni non si cambia.
Credere è invece attivo, creativo, avere prospettive migliori per le quali prodigarsi, è soffrire, lavorare per autodeterminarsi.Autodeterminarsi è fare per realizzarsi.
Credere è darsi due mani, non una sola se poi ne abbiamo due è avere motivazione, è non avere aspettative sugli altri, non rimproverarli mai, ma essere rigorosi con se. Chi crede, ha motivi in più di riuscire,
Sperare è aspettare, aspettare sempre ed ancora aspettare rigorosamente gli altri, rimproverarli per le proprie assenze ed attendere di essere determinati da loro.
Chi crede è necessariamente solo, crea nuovi problemi per trovare nuove soluzioni. È dentro ai problemi, che si cercano i vettori risolutivi.
Chiedere consigli è cercare le stampelle per farsi aiutare, a volte si arriva alla carrozzella o in barella, equivale a cercare le soluzioni, le strategie e le strade ripercorse solo da altri.
Solo se si è coraggiosi di essere soli, si cerca e si trova la propria strada.
Allora, tu sei solo, speri o ci credi ?
giorgio burdi
Potrebbero interessarti...
Settimanale Psicologo Roma : Ci sono poche persone che tengono a noi, molte altre si legano, solo se ottengono
Attaccati più ai doni, che alla persona che dona Ci sono poche persone che...
La vita su una tela
La vita è un' arte fatta di colori, dal nero maschio intenso, al porpora regale,...
Settimanale Psicologo Roma : Essere uomini è essere deboli ed in crisi, averne la certezza ci rende forti.
Lottare per il nostro senso di umanità non mercificabile. Non amare troppo...
Superare la dipendenza da sostanze
Metodo di approccio di psicoterapia dello Studio BURDI per SUPERARE LA...