Amare come il mare
LA FIABA DI LILLYBETH
AMARE COME IL MARE
C’era una volta Lillybeth, una bimba vivace, gioiosa, piena di vita, curiosa delle cose, delle persone, di tutto ciò che la circondava.
Lillybeth aveva cinque anni e, l’estate andava con la sua famiglia in villeggiatura, in un villaggio pieno di verde, sole e vicino al mare; imparò subito a nuotare ed ad amare il mare.
Questo immenso movimento di acqua azzurra le raccontava tante favole attraverso lo scroscio delle onde, della risacca, del vento, delle conchiglie che suonavano sulla sabbia, attraverso la sabbia che era ricca di perline, di vetri smussati e smerigliati come cocci e di pietre di ogni genere levigati; insomma, ogni cosa che apparteneva al paesaggio marino raccontava una storia e Lillybeth si divertiva.
Un giorno Lillybeth chiese al mare -“Perchè alcuni giorni tu sei calmo ed altri sei arrabbiato ? Domandavo : E’ l’uomo che ti provoca questi cambiamenti ? ”
Il mare rispose -“No bimba mia, non è l’uomo, ma è la mia natura che, alle volte mi dona calma, serenità, ed altre mi porta agitazione in modo più o meno forte” .
Lillybeth, non contenta, chiese ancora al mare -” Quando sei agitato, agli abitanti del tuo paesaggio, i pesci, le alghe, i molluschi, le stelle marine, che cosa gli succede, Anche loro diventano agitati come te ? ”
Il mare le rispose -” Cara Lilly, devi sapere che gli abitanti che si trovano in superficie, subiscono il moto destabilizzante continuo delle onde, vengono sballottolati da un capo all’ altro di uno scoglio, non hanno patria, né confine, ma si adattano.
Quelli che vanno in profondità invece, rimangono sempre calmi, dinamicamente fermi, si smuovono e si scompigliano di poco.
E allora il mare chiese a Lillybeth -“E quando tu ti agiti da chi dipende? Dagli uomini ? ” .
Lillybeth stupita rispose -“Quando mi agito come te, il mio animo è guidato dai miei pensieri negativi, che mi creano turbamenti, ma se io avessi, come te, la profondità che hai, dove i pesci sguizzano tranquilli, mentre il mare in superfice è turbolento, i miei pensieri sarebbero calmi e rassicuranti e mi porterebbero ad avere l’animo tranquillo sia in superfice che molto più in giù .”
– Il mare chiese ancora a Lillybeth – “Cosa vuoi dire? Che gli eventi esterni negativi non ti turberebbero se tu avessi la tua profondità ? Li dove poter far arrivar i tuoi pensieri negli abbissi e farli calmare, farli diventare positivi e rassicuranti ?”-“Proprio cosi!” – Rispose Lillybeth che salutò il mare andando via.
Ciò la fece riflettere, ma la sua vivacità, irrequietezza , non le consentiva di fermarsi sulle sue onde interiori per placare i suoi moti d’ansia, anche se riusciva ad avvicinarsi, le mancava sempre qualcosa per andare in profondità, perché le diventava difficile acquietarsi e fermarsi: bisogna fermarsi dentro.
Ogni volta che mi acquieto, mi placo e mi ricongiungo dalla superficie agli abissi e mi basto e scopro le mie meraviglie come il mio mare.
elisabetta lamanna
giorgio burdi
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