È corretto che il partner ci deve completare
LA POLITICA DELLE RELAZIONI AFFETTIVE.
È corretto pensare che il partner ci deve completare ?
La relazione affettiva è rappresentata da uno scambio emotivo, c’è chi dà e chi prende, essa non potrebbe mai reggere a lungo sulla unidirezionalità.
Chi non prende nulla o poco per se, pur continuando a concedersi, lo farebbe o per evitamento dell’ omissione di soccorso o per ricerca di uno smisurato consenso sociale.
Comunque sia c’è sempre un motivo per dare ed uno identico per chiedere.
Le spinte motivazionali affettive estendono le loro radici nei sotterranei delle nostre abitazioni mentali remote.
Ognuno di noi abita una mente arcaica carica di bisogni ed aspettative il piu delle volte insoddisfatte.
Ciò che non avremmo mai soddisfatto, lo cerchiamo per decenni, ostinatamente, come se fosse il tutto della nostra vita.
In ogni relazione affettiva dovremmo poterci domandare, cosa non ho mai potuto soddisfare di remoto e cosa mi manca.
Ma siamo davvero convinti che ciò che è rimasto insoddisfatto potremmo davvero ritrovarlo nel presente in un altro ?
È proprio vero che l’ altro ci completi ?
Una persona che ama se stessa, non brama o si angoscia per la mancanza dell’ amore altrui presente.
Il più delle volte si ama per mancanze o per bisogni. L’ amore autentico l’ un per l’altro è quell’ amore che non chiede nulla, ma da, in quanto espressione di benessere proprio.
Esso va via e gira le spalle dinanzi ad una persona proiettata che evidentemente vuole qualcosa da quell’ interlocuzione e in realtà non saprebbe dare nulla se non le proprie proiezioni e persecuzioni passate.
Il passato è fatto di circostanze precise presenze ed assenze, il presente lo stesso.
In questo senso il passato e il presente sono inconciliabili perché sono due mondi e modi di esistere differenti per contesti tempi e circostanze. Essi coesistono in quanto memoria e sono vicini in essa, ma sono lontani come il presente e il futuro.
Siamo noi che li facciamo incontrare all’ interno di una proiezione, e ciò che non è mai stato soddisfatto un tempo, non lo potrà mai esserlo ora per allora.
Si corre così il rischio di rimanere a percepire una esistenza continuamente insoddisfatta, protratta fino al presente col solo bisogno inconsapevole di una continua compensazione .
La vita delle relazioni affettive andrebbe vissuta per quella che è, non per quella che vorremmo che sia, non per ciò che ci manca, ma per ciò che c’è, così come è.
Quella della proiezione è una macchina infernale e devastante.
L’ amore non chiede mai, da’, perché è la rappresentazione di se stessa che si esprime. Chi chiede non ha, gli manca sempre qualcosa, vede l’ altro come una involontaria inesorabile opportunità di risorse, in un subdolo inconscio opportunistico.
L’ opportunismo affettivo è inconscio, è la politica di determinate relazioni. La politica garantisce gli interessi, gli interscambi, sottrae e da.
Mi innamoro di ciò che posso prendere, sei la mia energia, che te la porteró via, sei la mia stabilità, alla pari di uno stabilizzatore d’umore, tu mi rilassi, mi fai star bene, come un ansiolitico o sei il mio aiuto come l’ analisi per risolvere le mie neurosi recondite.
Anche chi continuamente da, per puro spirito di sacrificio o di assistenzialismo sociale, gratifica il suo ego, il proprio consenso sociale. In tal senso, chi non prende, in effetti prende inconsapevolmente parecchio.
A chi invece resta il vuoto, nel vuoto non si può ricolmare nulla, il vuoto chiama vuoto, specie se riempito da una relazione proiettata, prima o poi si riaffaccia.
Domandati piuttosto che cosa prendi e cosa dai, comunque sia, c’è sempre un interesse vicendevole, anche se è del tutto inconsapevole.
Peró l’amore puro esiste, è quello genitoriale, adulto, che dà soltanto e non si aspetta nulla, lo fa per amore della vita, per amore della procreazione per amore generazionale, lo fa per vocazione e donazione.
Quanto i genitori hanno dato e quanto possono aver tolto, tanta loro presenza è mancata, tanto vuoto hanno procurato.
Tanta assenza vissuta, altrettanta presenza postuma richiesta.
Il vero riempimento dovrebbe essere fatto di sé, del genitore e dell’ adulto che è dentro di ognuno.
La politica affettiva è condividere la soddisfazione e la pienezza di se, tra soggetti realizzati e non problematici con il bisogno di possedere l’ altro.
giorgio burdi
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