Lo decidi tu. I fattori di stress o di benessere da relazioni .
QUANTO VUOI VIVERE ?
Lo decidi tu. I fattori di stress o di benessere da relazioni .
Tutto ciò che ci circonda, produce emozioni, ci ama, ci odia, ci logora, ci lascia indifferente, tutto diviene oggetto di serenità o di angustia, di noia, ci si lascia circondare da positivi, da persecutori e da pochi felici per la propria felicità, da altri e tanti ambivalenti, in realtà, siamo noi che permettiamo che tutto ciò accada.
Siamo noi che attraiamo i nostri liberatori o infastiditori. In verità attraiamo tutto ciò che ci è più famigliare, in base ai fattori educativi ricevuti, siamo buonisti o incattiviti e prendiamo ciò che ci serve sul momento, ci rendiamo più o meno attrattivi, incoscienti o consapevoli di tutto ciò che ci succede.
Diciamo che, doveva accadere, che era destino, in realtà noi siamo gli artefici dei nostri eventi, perché le situazioni si verifichino e e determininino il nostro destino.
Per evitarlo o favorirlo, bisognerebbe possedere una visione profonda delle dinamiche delle relazioni umane, essere presente in ciò che accade.
Da questo punto di vista, la nostra vita verrebbe inevitabilmente condizionata e tatuata sempre per opera nostra. Ognuno di noi è l’ artefice predominate della propria creazione e direzione: noi siamo i creatori o i distruttori di noi stessi.
Si fanno scelte sbagliate o si sbagliano i punti di vista ? Sarà l’eccesso di fiducia verso gli altri, la credulità, il buon senso umano, un sogno accecante,oppure è l’ impulso verso certe scelte inutili e che annodano la nostra obiettività.
L obiettività nelle scelte non può mai essere soggettiva, non puó coincidere o confondersi con i bisogni da soddisfare.
L’obiettività è invece oggettiva, sa quello che vuole, ha chiari gli obiettivi, è una donna che si distingue da tutte le altre.
Nel campo delle relazioni umane, per tutelare l’obiettività e la propria incolumità, dovremmo poterci chiedere, perché ci sì lascia circondare da situazioni e persone simili, quali sono le loro intenzioni e i loro bisogni.
Gli errori relazionali vengono compiuti sulla base o di superficiali valutazioni, di pettegoli triangolazioni, di invidie e competizioni, attraverso atteggiamenti di bonismo, sulla base di sofferenze stratificate, tutti inclini ad abbassasse la guardia alla consapevolezza per determinare gli eventi.
Spesso siamo circondati da riempitivi, rappresentano i surrogati, sagome di cartone, relazioni di cartapesta, compensati di polistirolo, corpi estranei incastrati nella nostra linfa, si avverte dopo la loro stomachevolezza, la fragilità, l’ intolleranza repellente e l’ indigestione.
Tutti i riempitivi all’inizio non vengono mai considerati tali , vengono percepiti come un bene, a breve, medio o a lungo termine lasciano l’ insoddisfazione, da produrre effetti patogeni sull’ umore e sull’ organismo, tali da produrre tutto il loro effetto dolorifico.
Attenzione a come instauriamo certe relazioni, al flusso continuo dei messaggi che fluiscono, non rimaniamo fuori e sordi, sturiamo la nostra attenzione sopita. Impariamo, ad ascoltare, a rispondere sempre e a tacere mai, ad essere in allerta dinanzi alle subdole manipolazioni, a rilassarsi solo dinanzi alla correttezza.
Una scelta sbagliata nasce dal voler soddisfare, tramite le relazioni, singoli bisogni e nostri tratti mancanti, in risposta a ciò che è insoddisfatto, incappando in ulteriori reiterate nuove relazioni ancora a noi totalmente opposte.
È molto facile confondere il bisogno con una persona.
Le scelte sbagliate derivano dalla confusione tra questi due elementi.
Una persona non è un bisogno da soddisfare.
Il bisogno, è molto più semplice, la persona, tanto più complessa, Ad esempio, il bisogno di non essere solo e di avere accanto a se una presenza protettiva, può risultare più semplicistico, rispetto alla complessità di trovare un’ altra assenza assoluta, per mancanza obiettiva di valutazione dell’ interlocutore.
L’ errore più grande che si potrebbe commettere, sarebbe quello di ridurre l’ interlocutore, ad una serie di bisogni da soddisfare. È un meccanismo involontario paragonabile ad uno utilizzo improprio degli altri, prossimo ad un abuso vero e proprio, ad una Violenza psicologica.
Si sbaglia di continuo solo inseguendo soddisfacimenti di bisogni,trascurando chi abbiamo di fronte. Le persone non si possono mai conoscere abbastanza, se si guarda al baratto o sulla base di ciò che si puó dare o ricevere. Su questa linea, ci si danna o ci si libera.
Su questa linea c’ è la cura o la malattia, se ti lasci andare e non ti curi, o se decidi di vivere, essere attivo, gioviale o felice, o deperirti in una data di scadenza.
I fattori da stress relazionali detengono un posto privilegiato nel determinare i nostri fattori di invecchiamento o di giovinezza. Ci sono relazioni che decisamente fanno invecchiare, che assorbono il nostro tempo e ci rendono privi di forze.
Noi decidiamo la qualità della nostra vita se semplificarla o complicarla, della nostra salute o della malattia, se aver voglia di curarci, tenere a noi o ammalarci.
La vita nelle relazioni o diviene nutrimento o esaurimento.
È per questo motivo che alle volte si fugge, per la perdita del senso di certi rapporti.
Alle volte è preferibile stare soli con se stessi, per non rischiare di impoverirsi di continuo, ovvero, meglio soli che mali accompagnati,
perchè spesso la gogliardia abbassa le difese, ci rende vulnerabili e puó nascondere il rammarico, è una pura forma indiretta di richiesta di consenso sociale, o invece è preferibile condividere con poche relazioni almeno nutritive.
giorgio burdi
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