
E’ essere deboli
Un altro modo di essere forti:
E’ essere deboli
Mostrare sempre di essere forti, non fermarsi mai.
Confrontarsi continuamente con nuove sfide.
Positivizzare le difficoltà e i propri fallimenti con sé stessi e con gli altri.
Ogni volta tutto questo aiuta ad andare avanti, ma ci pone anche davanti una trappola insidiosa: quella di non volersi fermare un attimo a viverlo quel fallimento, quella difficoltà, non voler vedere fino in fondo dove si è stati o dove si è in quel momento, dove sono i desideri piu’ profondi e le mie contraddizioni, prima di ripartire con una nuova e piu’ solida consapevolezza della realtà e di se stessi.
E’ bello essere deboli ogni tanto, anche davanti agli altri che si aspettano tanto da noi, fermarsi un attimo a guardare, a sentire, ad accogliere, con dignità e rispetto per noi stessi, le proprie sofferenze, le delusioni, come una tempesta che ci obbliga a rimettere in ordine e vedere tutto, anche le cose che avevamo dimenticato.
E quando ci prendiamo cura di loro, rischiamo di non ricevere alcuna attenzione, perché indossiamo un abito quasi istituzionale della persona ” aiuto ” .
Già, perché quando noi siamo forti o appariamo tali, rischiamo che gli altri si dimentichino di noi, permettiamo loro che ci pensino sempre come se non necessitassimo di attenzioni e di comprensioni, peggio ancora gli permettiamo che ciò può non avvenire neanche in mente.
La responsabilità di questo sottile meccanismo è attribuibile solo alla nostra modalità di comportamento, in effetti saremmo noi inconsciamente a permetterlo e a volerlo. Facendo così ci daremmo un ruolo a volte di prestigio o saremmo alla ricerca di complessi consensi sociali per appagare bisogni di stima o di affettività.
In tal senso, apparire forti o positivizzare a tutti i costi, rappresenterebbe una modalità di grande insicurezza.In un contesto fondato molto sull’ immagine, si può trovare una straordinaria ricchezza e un nuovo vero slancio da questi momenti, riconoscendo le nostre insufficienze, insicurezze e debolezze senza l’inutile timore di doverli nascondere agli altri a tutti i costi, tra l’altro col rischio di risultare loro trasparenti, né riconosciuti o compresi.
laura
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