UN FERNET SUL BALCONE
Bisogno di leggerezza, di spensieratezza, di viaggiare zen, sapere che l’aria che respiri sia tutto ciò che basti, calpestare l’ erba come un bimbo che rincorre un super Santos, che rotola sul prato, risotto al limone, ai frutti di mare, un calice di bianco appannato, o pane e pomodoro, due risate sciantose a tavolino e l’animo sereno.
Ricci Rossi con focaccia, brezza sulle spalle, giornata fredda, viso abbronzato, onde sui ciotoli, risate lontane di bimbi, stridii di gabbiani, salsedine sulle narici, profumo di alghe e tartufi, gossip di spiaggia, musica di un lido distante che apre alla primavera, sensazioni supreme su deboli pensieri, me ne fotto se ci penso, non penso, e se penso mi complico, attenzioni, ma non psicosi.
Le sensazioni sono come le turbine di questo potente aereo, indifferente alla gravità, svettando ti porta su, alto alto, come l’ umore che vive e la morte che muore.
Libertà di sentire, e morte di pensare, come chi ama ciò che fa, non lavora mai, e questi flussi di coscienza sono come queste nuvole leggere e solide di pace, come la panna dei monti da passeggiare.
Quanto è bello parlare, parlare, parlare, chiacchierare, decodificare l’anima attraverso la voce, quando le parole sono buone, l’ anima prende il volo, pendiamo sempre dalle labbra di qualcuno che abbia parole buone e vere e quando esse arrivano, sono baci tra parole, e le parole vere sono solo quelle che si baciano tra loro. Le parole che ci baciano, ci accolgono, ci abbracciano, riscaldano e fanno bene al cuore.
La parola buona è balsamo, permea, si spalma, rilassa e placa, stiracchia, tonifica, elimina i crampi dell’ anima, fa credere e sperare, ti fa abbandonare in uno stato di grazia, come toccare la neve che diventa zucchero a velo, come le nuvole che ti fanno guardare dall’ alto, la parola buona è un verbo che ti avvolge come un cappotto d’inverno, come la buccia d’ arancia che profuma di fiori e accarezza di dolcezza il suo frutto.
Sa usare la parola chi non punta mai il dito, ha il buon senso, da significato alle cose e rispetta il senso di se e dell’ altro, sa leggersi dentro interminabilmente, non smette mai di stupirsi, sensibile alla leggerezza, alle minuzie, al non essenziale, è vivo e ti fa sentire vero, chi non la conosce muore, e fa perire.
Parola che bacia parola, è vocazione per gli altri, per la vita, per la gente che cerca un senso, e il senso è sempre dentro chiunque e in qualcosa che la parola inesorabilmente cattura, è come fumare alla sera un sigaro sul balcone, con le labbra che si intingono in un fernèt.
giorgio burdi
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