
La valutazione delle idoneità mentali nei ruoli professionali
PSICOLOGIA E POLITICA DEI CAMBIAMENTI
La valutazione delle idoneità mentali nei ruoli professionali.
Esiste un lavoro più importante di un altro ? Non credo. Ma purtroppo esiste un lavoro con un potere più grande di un altro, in grado di cambiare i connotati della vita altrui.
Se pensiamo al potere di un giudice che a giusta o errata causa, esso potrebbe carambolare la vita di un individuo o di un’azienda, con i suoi centinaia di lavoratori annessi, o trasformare, attraverso il suo potere decisionale, un tessuto sociale più o meno esteso.
Un parlamentare, peggio o meglio ancora, potrebbe, attraverso un disegno di legge, annullare od istituire, una professione da inglobare o mandare a casa migliaia di dipendenti.
Chi l’ha detto che siamo tutti uguali. Magari fosse vero.Cè chi determina, e chi subisce inesorabilmente decisioni coerenti, o follie altrui . È solo una questione del potere dei ruoli.
Esiste una psicologia sociale dei cambiamenti, che dipende inevitabilmente da un’etica e da una salute mentale di chi detiene il volano del cambiamento.
Abbiamo folli al potere, o persone in equilibrio ? I primi si intercettano come dirottatori di menti e progetti, i secondi conducono verso processi di autoreallizzazione.
Un insegnante entra, da una vita da precario, nei ruoli, all’età del suo pensionamento, quasi come fosse un augurio per la sua longevità.
Malati di potere al potere che reiterano sprechi, depressioni economico lavorative, determinano una pressione emotiva e fiscale, senza precedenti, da privare i cittadini di quel che gli resta.
I ruoli lavorativi, possiedono un certo spessore deterministico, dovrebbero essere filtrati attraverso delle valutazioni psicodiagnostiche.
Un insegnante, un giudice, un politico, una maestra, un’ assistente sociale, uno psicologo o uno psichiatra folle, non dovrebbero lavorare, dovrebbero invece poter essere valutati psicodiagnosticamente, prima di avviare qualsiasi forma di azione lavorativa o di scempio, essere sottoposti a valutazioni delle competenze professionali e dell’ idoneità mentale, non solo fisica, con percorsi analitici più che approfonditi.
Prima di lavorare con e per il pubblico, bisognerebbe curarsi.
Le conseguenze di tali inavvertenze, determina condizioni sociali irreparabili rispetto a contesti socio politico economiche.
Oggi è costretti implacabilmente a vivere solo di ciò che si guadagna, quando si lavora, senza poter progettare il futuro, di pagare ciò che non si ha, e di patire ciò che meritevolmente si attende.
Un ricercatore che consegna all’ estero le proprie competenze, senza ritegno, umilia sia noi che lo stato.
Lo stato diventerà attendibile e compirà progetti seri e più affidabili, se deciderà di avviare un piano graduale e capillare di valutazione delle competenze professionali e delle idoneità mentali, a vantaggio delle persone attraverso le professioni, per una civiltà migliore a servizio della polis e del singolo.
giorgio burdi
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