L’ attaccamento e la formazione del Se
La formazione del Sé e gli stili di attaccamento
Il tipo di legame che si instaura tra il bambino ed il caregiver (chi si prende cura), è fondamentale per la formazione del sé e caratterizza gli stili di attaccamento futuri nelle relazioni affettive.
L’attaccamento è un costrutto che si riferisce alla relazione che si instaura tra il neonato e chi si prende cura di lui, generalmente la madre; è un legame di lunga durata ed emotivamente significativo per entrambi i soggetti coinvolti.
La spinta alla base di questo legame è la ricerca e lo sforzo per mantenere la vicinanza all’oggetto di attaccamento che dovrebbe fornire benessere e sicurezza e che se interrotto produce nel neonato e/ nel bambino ( a seconda della fase evolutiva), angoscia da separazione e quindi angoscia di non sentirsi protetto, rassicurato quando la madre non è presente.
Questa angoscia si placa nel tempo quando il bambino diventa in grado di mentalizzare la figura materna, quindi di trattenerla nella mente, anche in sua assenza.
Cosa ricerca il bambino nella figura accudente?
Il bambino, per garantirsi la sopravvivenza, ricerca non solo cure, protezione e sicurezza dal punto di vista biologico, ma anche dal punto di vista emotivo. Ciò significa che il bambino ha necessità di considerare il caregiver come un porto sicuro,ovvero come base da cui iniziare l’esplorazione dell’ambiente circostante e al quale tornare nei momenti di pericolo e insicurezza.
Nelle diverse specie animali questa ricerca di prossimità è stata definita dall’etologo Lorenz come “imprinting”. Un’immagine comune che rappresenta l’imprinting è quella degli anatroccoli che seguono la madre.
Anche altri studiosi hanno approfondito il legame di attaccamento. J.Bowlby ha osservato le modalità attraverso cui i bambini richiedono la vicinanza della madre, ovvero il pianto, l’aggrapparsi ed il seguire il genitore, comportamenti che vengono sospesi quando viene ripristinato lo stato di sicurezza;
invece, M. Ainsworth ha osservato e classificato quattro stili di attaccamento, attraverso l’esperimento della Strange Situation, in cui ha studiato le reazioni dei bambini e delle madri derivanti dall’allontanamento momentaneo di queste ultime.
Gli stili sono stati definiti dalla studiosa come:
1) ansioso-evitante: a seguito dell’allontanamento della madre il bambino non protesta, ma al suo ritorno riceve dalla stessa segnali di ostilità e rifiuto alla richiesta di conforto.
2)sicuro: il bambino tollera maggiormente i momenti in cui la madre si allontana, si mostra sereno al suo ritorno e riceve disponibilità ed accoglienza.
3)ansioso-resistente: il bambino si mostra inconsolabile, mentre la madre poco coerente e poco prevedibile, iperprotettiva e controllante, limitando così l’esplorazione indipendente dell’ambiente da parte del figlio.
4)disorganizzato: la madre, ansiosa e depressa per gravi problematiche emotive non risolte, si mostra spaventata nella gestione della relazione del figlio e poco orientata alle esigenze di quest’ultimo.
Lo stile di attaccamento disorganizzato è considerato uno stile disturbato, ovvero poco funzionale allo sviluppo emotivo sano del bambino.
Inoltre, se il bambino, nel suo legame di attaccamento, ha sperimentato l’impossibilità di essere rassicurato e protetto, potra’ costruirsi una modalità d’amore nelle relazioni future basata sulla dipendenza.
Se, invece, il bambino ha sperimentato contenimento fisico e psicologico e percepito la figura di attaccamento come disponibile e tranquilla, avrà un’autostima piu’ solida e sarà maggiormente fiducioso nell’ esplorazione dell’ambiente circostante. In tali casi l’orientamento all’ esplorazione creativa da parte del bambino garantirà un graduale e sano distacco dal caregiver.
alessia potere
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