
Il Desiderio
Il desiderio, si pone come il motore primo delle motivazioni umane. Tutte le progettualità e le azioni umane vengono mosse da esso. Esso si muove attraverso una modalità del tutto opportunistica, raggiungere un obiettivo, consciamente o inconsciamente. Tutti abbiamo la necessità di relazionare gli uni con gli altri, pertanto siamo benevolmente mossi da un opportunismo necessario.
Veniamo movimentati da diversi tipi di desideri, da quello estetico, legato alla bellezza, all’ arte di esistere, a quello emozionale, a quelli legati ai nostri cinque sensi, a quello sessuale. Tutti i desideri, ed in particolare modo quest’ ultimo, si pongono come una profonda modalità per esorcizzare e superare il dolore, il conflitto, la fatica di vivere, la morte.
Tutti abbiamo un continuo diritto nel realizzare i desideri, anche attraverso il bisogno di rassicurazioni e di conforto tanto da rifuggire nelle fantasie o in determinate relazioni come fossero un eden, un paradiso, dove pretendere il sereno, la tranquillità, attraverso la “messa a nudo” di noi stessi la leggerezza per far sostare le proprie fatiche; abbiamo tutti bisogno di adagiarci e stenderci tra le braccia di qualcuno che non ci giudichi e ci accarezzi soltanto.
La frenetica routine quotidiana, il correre e il rincorrere, annientano il desiderio, la sua soddisfazione è gioia, esso è lentezza, percezione ed immersione nelle pacatezze, è lasciarsi andare, tracimati oltre il proprio scontato territorio, è smettere di condurre e controllare, ma lasciarsi portare, è un nuovo desiderato territorio dove non siamo mai stati o faremmo fatica ad essere.
Il desiderio è il contrario della paura, se esiste l’ uno non può esistere l’altra, l’ uno può solo sostituire l’ altra. Chi non desidera soffrire di paure, deve imparare a desiderare. La paura controlla, il desiderio no, il controllo produce stress e fatica, perché monitora, è pensieroso, calcola, accumula,progetta, il desiderio è contemplazione, estasi e abbandono, è orgasmo. Per sua definizione l’ orgasmo è il punto più elevato del rilassamento.
Con esso, c’è aria fresca di mare o di montagna, si vola, non si fa fatica ad esistere, il desiderio pone una tregua dal dolore. È adagiarsi, mollare, è la resa delle tensioni e e delle contratture e lo scioglimento delle contratture e dei crampi delle guerre quotidiane è lasciarsi andare nel vento sulle onde del mare.
Il desiderio soddisfatto è una felicità a tempo, una pausa tra due tensioni, uno stacco ed una ribellione rispetto al tempo che impone, rispetto all’ invecchiamento, il desiderio reciproco rappresenta una tregua ed un divincolarsi rispetto alla trappola del dovere, degli obblighi e delle responsabilità dalle quali si rimane prigionieri. Desiderio e monotonia sono tra di loro incompatibili, quando predomina la monotonia, esploderà prima o poi il desiderio.
Senza il desiderio, non si potrebbero realizzare certe scelte fondamentali in modo soddisfacente: amare senza il desiderio per l’ altro, convivere o sposarsi per il dovere di farlo, vestirsi solo per coprirsi, acquistare una casa qualsiasi per viverci, consumare uno spaghetto bollito per riempirsi o studiare all’ università solo per dire di essere iscritti, fino a quando reggerebbe la salute ?
il desiderio è la risposta ribelle alle frustrazioni, prive di quelle serene e semplici gioie ludiche e, in presenza del desiderio, c’è la più elevata considerazione di sé e dell’ altro.
Il desiderio reciproco attiva la necessità di prolungarlo ad oltranza, per un periodo assai più lungo e per sempre, si ferma il tempo e nel tentativo di contemplare quel paradiso che rende vicini all’ eterno.
Il desiderio reciproco è una bestemmia contro la noia, contro la morte e la consuetudine, contro tutto ciò di cui la gente si accontenta, è contro tutto ciò che non si deve fare, permettere o pensare.
Il desiderio reciproco è una tregua ed una ribellione contro la tragedia di una memoria stanca con la quale si è condannati a convivere . Quando diciamo che abbiamo voglia, in realtà affermiamo la nostra supremazia e il nostro diritto e la voglia ad esistere.
giorgio burdi
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